Dylan Dog

Ho sempre amato Dylan Dog. Amavo le sue storie. 

Dylan Dog è stato creato da Tiziano Sclavi a modello di Jonh Silence, personaggio dello scrittore Algernon Blackwood, edito della Bonelli editore. 

Un investigatore privato londinese, sui 35 anni, capelli neri corti, occhi azzurri, vestito sempre di una camicia rossa tutta trasandata  e una giacchetta nera, con un'aria svampita e fascinosa che attira  molti soggetti di sesso femminile...e lui non se ne dispiace! Vive con Groucho Marx (il grande Groucho) il suo assistente, noto per le sue battute squallide e, storicamente, uno scrittore, un attore e un comico statunitense. Dylan Dog non ha mai una storia fissa, chiava ogni puntata (se non nella stessa) con una donna diversa e, convinto, è innamorato di lei. In Dylan Dog c'è sempre quest'atmosfera di confusione tra sogno o realtà, o, per meglio dire...tra incubo e realtà.

Io a differenza di altre, non mi sono mai innamorata di lui. Amavo le sue storie. E poi...è arrivata la produzione del film

Vorrei che non l'avessero mai fatto.

Da dove mi arriva questo pallone gonfiato, fighetto con il ciuffo laccato, di circa 22 anni se non di meno, e i vestiti tutti belli e ordinati, che gioca a fare il mediatore tra le creature della notte il mondo degli esseri umani? E una sottospecie di Van Helsing, costruito male. E devo dire che Van Helsing, o quello di Stoker, o quello del film, con Huge Jackman, ha una certa personalità e una sua interezza. Questo cosino sembra fatto quasi di plastica, talmente che è perfettino! E' ridicolo! Che cos'è? Cosa mi rappresenta? 
E poi non c'è Groucho! Come puoi fare un film su Dylan Dog se non metti Groucho?!?
Oltre a questo è puramente demenziale nonché esagerato. Andiamo!